Un’accusa fatta sovente ai materiali plastici è quella di non essere biodegradabili, cioè di non decomporsi naturalmente ad opera di batteri: quindi i rifiuti di plastica sono destinati a durare per molto tempo, inquinando l’ambiente.
La bioplastica è un tipo di plastica biodegradabile che deriva da materie prime vegetali rinnovabili annualmente.
Il tempo di decomposizione è di qualche mese contro i 40 anni richiesti dalle materie plastiche sintetiche derivate dal petrolio.
Le plastiche biodegradabili attualmente sul mercato sono composte principalmente da farina o amido di mais, grano o altri cereali.
Oltre ad essere organiche hanno il pregio di non rendere sterile il terreno sul quale vengono depositate.
La bioplastica, dopo l’uso, consente di ricavare concime fertilizzante dai prodotti realizzati e, se incenerita, produce emissioni tossiche in misura minore rispetto a quella sintetica. In agricoltura, risolve il problema dello smaltimento in quanto si decompone naturalmente sul terreno.
