Con il termine deforestazione s’intende in generale un taglio di alberi che superi il loro tasso di ricrescita.
La foresta svolge da sempre un’insostituibile funzione protettiva per il suolo, per l’acqua, per l’aria. Frena, filtra, trattiene le acque, aumenta l’umidità, riduce gli effetti del vento, combatte
l’erosione.
Con il processo della fotosintesi arricchisce d’ossigeno l’aria, sottraendo l’anidride carbonica, responsabile dell’effetto serra.
In questi ultimi anni la deforestazione ha assunto dimensioni preoccupanti nei Paesi in via di sviluppo, in particolare in Brasile, Indonesia, Thailandia, Myanmar, Malesia, Messico, Colombia, Congo, Nigeria.
• Una prima causa del fenomeno va ricercata nella crescente domanda di legname pregiato da parte dei Paesi ricchi, legname che cresce nelle zone tropicali ed equatoriali.
Un’altra causa è l’allargamento delle terre coltivabili.
• Infine, non bisogna dimenticare che al mondo vivono due miliardi di persone che utilizzano come combustibile sia per cucinare, sia per riscaldarsi, quasi esclusivamente legna da ardere.
Le conseguenze della deforestazione
• A livello locale, la distruzione delle foreste comporta gravi rischi idrogeologici (frane, smottamenti, alluvioni).
• Un’altra conseguenza negativa, forse meno conosciuta, è quella dell’impoverimento genetico, cioè la perdita di molte specie vegetali ed animali, particolarmente nelle aree tropicali, molto ricche e complesse da un punto di vista biologico.
• A livello globale, gli effetti della deforestazione causano l’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera e l’innalzamento della temperatura media del pianeta (effetto serra).
