Le piante infestanti crescono insieme a quelle utili, mescolandosi ad esse, e ne indeboliscono gravemente lo sviluppo: per combatterle si possono usare mezzi fisici, chimici e biologici.
Fra i mezzi fisici, ricordiamo alcune lavorazioni del terreno, come la sarchiatura, l’estirpatura e la rincalzatura, che le distruggono fisicamente. La pacciamatura è una copertura del terreno fatta con pellicole di plastica non trasparente, che impedisce il passaggio della luce e crea condizioni non adatte allo sviluppo delle erbe infestanti.
Nei Paesi dove si pratica un’agricoltura molto avanzata si utilizzano in grande quantità i diserbanti chimici o erbicidi. Gli erbicidi possono essere diffusi sul terreno allo stato granulare, o irrorati sulla pianta o sul terreno: hanno un’azione “selettiva”, in quanto distruggono soltanto le piante infestanti e lasciano intatte quelle da proteggere. Un uso scorretto o eccessivo di queste sostanze chimiche può causare gravi danni alle colture, alle persone e all’ambiente.
Oggi la ricerca mira a produrre composti più rispettosi dell’ambiente, come i bioerbicidi (ad esempio l’aceto di vino o alcuni funghi parassiti delle malerbe).
Si promuovono pratiche agricole che sostituiscono gli erbicidi con pratiche alternative come, ad esempio, il pirodiserbo, che utilizza il fuoco per eliminare piante infestanti. Si effettua con calore secco o umido, prodotto con diversi metodi tra cui onde elettromagnetiche, elettricità, vapore acqueo o energia termica, nelle varie forme di fiamma libera e raggi infrarossi.
Le grandi aziende multinazionali, impegnate nella ricerca e produzione di Organismi Geneticamente Modificati (OGM), hanno messo sul mercato nuove specie di piante modificate che resistono ai diserbanti totali e consentono quindi l’impiego di questi anche sulla coltura in atto. Ma, come vedremo, l’utilizzo degli OGM incontra una fortissima resistenza nel nostro Paese
I parassiti delle piante possono essere suddivisi in: organismi animali (insetti, acari, ecc.); virus e organismi vegetali (batteri, funghi).
• Gli insetti danneggiano le piante sottraendo la linfa (come gli afidi), o distruggendo i tessuti (come le larve e gli adulti di lepidotteri, coleotteri, ecc.). Le loro capacità di riproduzione sono molto elevate e ciò rende difficile e complessa la lotta contro gli insetti.
• Gli acari sono dei piccoli ragni che pungono le parti più tenere della pianta e sottraggono la linfa. La loro diffusione è in continuo aumento, anche perché le sostanze chimiche utilizzate nell’agricoltura hanno eliminato i loro naturali predatori.
• I virus sono in posizione intermedia tra la materia organica vivente e quella non vivente; si moltiplicano solo dopo essere penetrati nelle cellule viventi di cui poi causano la morte. Spesso si trasmettono a causa di organismi animali come, ad esempio, gli afidi.
• I batteri possono provocare marciumi e tumori delle piante.
• I funghi assorbono le sostanze nutritive dalla pianta che li ospita e provocano molte malattie: ingiallimento e caduta delle foglie, muffe dei frutti, marciumi delle radici, infezioni delle sementi. Tra i più noti ricordiamo la peronospora della vite, la ticchiolatura del melo, la carie e i carboni dei cereali
Gli interventi indiretti tendono a prevenire le malattie causate dai parassiti: le lavorazioni e le sistemazioni del terreno, ad esempio, possono evitare il ristagno dell’acqua che causa il marciume delle radici; inoltre portano in superficie le larve degli insetti che possono essere catturate dai predatori. Forme di lotta molto efficaci sono la rotazione delle colture e la coltivazione di specie resistenti. Nelle piante arboree si utilizza la tecnica dell’innesto su piante resistenti: ricordiamo la vite americana che resiste alla fillossera.
Gli interventi diretti si basano soprattutto sulla lotta chimica condotta con sostanze naturali o di sintesi (antiparassitari). Gli antiparassitari sono numerosissimi e in questi ultimi anni il loro uso è aumentato notevolmente, come conseguenza di un’agricoltura sempre più intensiva e specializzata.
Fra gli insetticidi di origine vegetale ricordiamo quelli che derivano dal piretro, scarsamente tossici per l’uomo. Molto più numerosi sono quelli di sintesi. L’uso corretto degli antiparassitari è un preciso dovere da parte degli agricoltori, che hanno gravi responsabilità nei confronti dei consumatori e dell’ambiente. I trattamenti sanitari devono essere sospesi per un periodo stabilito prima della raccolta, onde evitare che pericolose tracce di antiparassitari si trovino sui prodotti messi in vendita.
I gravi problemi legati all’uso degli antiparassitari chimici di sintesi, hanno spinto i ricercatori a sperimentare forme di lotta biologica di diversa natura:
• il mantenimento di aree non coltivate dove i naturali predatori degli insetti dannosi possano nidificare e riprodursi (uccelli e mammiferi);
• la diffusione controllata di insetti predatori o parassiti di altri insetti;
• l’uso di feromoni sessuali, sostanze emesse da particolari ghiandole che servono agli insetti per comunicare tra loro. I feromoni emessi dalle femmine sono utilizzati per catturare i maschi per mezzo di apposite trappole, e quindi impedire gli accoppiamenti.