La concimazione

I terreni, pur ricchi di minerali e materiale organico, restano impoveriti delle sostanze che le piante coltivate hanno loro sottratto: dopo diverse colture, i terreni diventerebbero quasi del tutto sterili. Di qui l’esigenza di rimettere nel terreno queste sostanze attraverso la concimazione. Con una corretta concimazione si ha anche una maggior resa produttiva, e quindi un vantaggio economico. Gli elementi principali che le piante devono trovare nel terreno sono l’azoto, il fosforo e il potassio, che sono fondamentali per il loro sviluppo.
Il concime organico più conosciuto è il letame, costituito dagli escrementi di animali bovini (prevalentemente) ed equini, mescolati alla paglia della lettiera. Il letame non è subito adatto per l’uso, ma deve “maturare” per circa 6 mesi in concimaia.

I concimi minerali o chimici contengono, in un piccolo volume, quantità notevoli degli elementi più importanti e necessari alla nutrizione delle piante. I concimi semplici si dividono in azotati, fosfatici e potassici, e contengono un solo elemento fertilizzante. Vi sono poi i concimi binari, che contengono due elementi, e i ternari, che li contengono tutti. La scelta del concime deve essere fatta tenendo presente quali azioni esercitano sulla pianta i diversi fertilizzanti:
– l’azoto stimola l’accrescimento e favorisce lo sviluppo delle foglie;
– il fosforo è un elemento equilibratore, irrobustisce i tessuti, migliora la resistenza alle avversità ambientali e all’attacco dei parassiti;
– il potassio favorisce l’accumulo delle sostanze di riserva nel fusto, nelle radici e nei frutti.

I concimi chimici, se impiegati in modo scorretto ed in quantità eccessiva, causano danni ambientali.
Il principale effetto negativo è l’apporto di elementi nutritivi alla pianta in maniera squilibrata, quando si esagera nella somministrazione di un elemento in rapporto agli altri; viene danneggiato l’equilibrio dei microrganismi viventi nel terreno e si provoca la riduzione dell’attività naturale.
In secondo luogo, i composti nutritivi che non sono trattenuti dal potere assorbente del terreno causano l’inquinamento delle falde acquifere superficiali e profonde. Questo fenomeno risulta molto grave quando le acque in questione sono destinate all’uso domestico.
Un grave problema è causato dall’eutrofizzazione.

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