La seta
La seta è un filamento tessile che si ricava dai bozzoli di un insetto chiamato baco da seta o filugello o bombice del gelso. Le particolari qualità della seta ne hanno sempre fatto un prodotto di grande pregio. È molto resistente: il suo carico di rottura è pari infatti a quello di un acciaio ordinario; è tenace ed elastica ed ha un’ottima resistenza alla piegatura; infine ha un buon potere termico isolante. La seta è utilizzata per biancheria e abbigliamento femminile di gran pregio, per camiceria, cravatte e foulard.
L’allevamento del baco da seta
Il baco da seta è un insetto che si completa attraverso gli stadi di uovo o seme, larva o baco, crisalide e farfalla.
• I semi, piccolissimi e a forma di lente, sono raccolti, conservati e quindi distribuiti agli allevatori dalle ditte produttrici di seme-bachi. In appositi centri si studiano gli incroci e si selezionano le razze per ottenere i migliori risultati. Conservati in appositi refrigeratori, in primavera i bachi vengono messi in incubazione in locali di temperatura umidità e quantità di luce adatti per la schiusa. Poiché il baco si nutre della foglia del gelso, si fa coincidere il periodo dello sviluppo larvale con quello della crescita delle foglie.
• L’incubazione dura circa 20 giorni, alla schiusa le larve sono lunghe 3 millimetri e pesano mezzo milligrammo. Iniziano a cibarsi di foglie e in un mese circa raggiungono la maturità. Il loro sviluppo è enorme: la larva è lunga 7-9 cm e ha aumentato il suo peso di circa 8000 volte!
• Dopo circa 30 giorni dalla schiusa, il baco, completamente sviluppato, cerca un posto adatto per la costruzione del bozzolo dove si completerà la sua trasformazione, prima in crisalide e poi in farfalla. Negli allevamenti questa fase viene detta salita al bosco. Il bosco viene formato con rametti di erica, quercia, olmo, steli di paglia: il baco, attaccate alcune bave ai ramoscelli, inizia a fi lare il bozzolo. Nei moderni allevamenti il bosco viene preparato con ricci di plastica che simulano la forma dei ramoscelli e che permettono un notevole risparmio.
Le due ghiandole della seta contengono una materia pastosa (seta liquida) composta principalmente di due sostanze: la fibroina e la sericina; quest’ultima è gommosa e tiene uniti i filamenti. Le ghiandole confluiscono in un unico canaletto escretore che comunica all’esterno. ll baco, con il movimento ondulatorio della testa, provoca l’uscita della sostanza serica che, a contatto dell’aria, solidifica: la bava è formata di due fili saldamente uniti tra loro. Il baco tesse il suo bozzolo in 3 o 4 giorni: i bozzoli hanno caratteristiche assai diverse a seconda delle razze ma, in media, la lunghezza del fi lo è compresa tra i 500 e 1500 metri.
• Racchiuso nel bozzolo il baco si trasforma in crisalide di forma tozza e di consistenza coriacea. Dopo 15 giorni circa la crisalide si trasforma in farfalla e, dopo averlo forato, esce dal bozzolo. Negli allevamenti, però, i bozzoli vengono raccolti dopo una sola settimana, per impedire che la crisalide trasformata in farfalla fori il bozzolo. I bozzoli raccolti vengono messi in una stufa a 70°C, e in questo modo le crisalidi muoiono. Dopo viene fatta una scelta in base a grandezza, forma e il colore, e si separano gli scarti. A questo punto i bozzoli sono pronti per la trattura.
Dal bozzolo al filato
• La trattura della seta consiste nell’immergere i bozzoli in acqua calda: la sericina si rammollisce e si separano le prime bave di seta che vengono riunite in un certo numero e attaccate ad uno strumento che serve per avvolgervi il filo, detto aspo. Così il bozzolo è dipanato e si ottengono delle matasse di seta cruda o greggia. Da 100 kg di bozzoli si ottengono circa 25 kg di seta greggia. La seta greggia non è adatta ad essere tessuta. Prima deve subire altre operazioni che rendono il filo più resistente ed elastico.
• Con la torcitura si riuniscono due o più fili tra loro. Dai fili di maggior pregio si ottiene l’organzino, destinato a formare l’ordito dei tessuti; da quelli di minor pregio si ottiene la trama, destinata appunto a formare la trama dei tessuti.
• Con la sgommatura la seta è sottoposta ad un lavaggio in acqua calda con soluzioni saponose per eliminare la sericina che la rende ruvida e poco adatta ad essere tinta. Si ottiene la seta cotta o sgommata, che è morbida, liscia e di colore bianco brillante. La sgommatura causa un notevole calo in peso della seta greggia, circa il 25-30%. Per compensare questa perdita la seta viene sottoposta alla carica, trattandola con sali minerali che hanno la proprietà di aderire alle fibre. Si ottiene così la seta caricata: la carica non può superare il 30%.
La lana
La lana è la fibra che si ottiene dal vello degli ovini e anche dai peli di altri animali: cammello, capra Cashmere, capra d’Angora o Mohair, vigogna, alpaca, lama ed altri ancora. Le migliori lane sono quelle delle pecore Merinos, Rambouillet e delle razze inglesi; tra le nostrane, pregiata è la lana della Gentile di Puglia. Le caratteristiche della lana sono molto variabili e dipendono, oltre che dalla razza, dalle condizioni d’allevamento e d’alimentazione, dall’età dell’animale, dalla zona del vello (spalle, fianchi, cosce, ecc.).
Fra le qualità della lana ricordiamo:
la finezza: è la più importante, perché influisce sulla grossezza del filato, e in base ad essa si classificano le lane in fini, medie e grosse;
l’arricciatura: rende la lana soffice, morbida e leggera; inoltre le conferisce un ottimo potere isolante;
il colore: quello della lana sudicia è giallastro, dopo il lavaggio è bianco avorio;
l’elasticità: è la più elevata fra tutte le fibre naturali, mentre la resistenza alla trazione è scarsa;
la capacità igroscopica, cioè di assorbire facilmente l’umidità.
Per effetto del calore, dell’umidità e della compressione, la lana si trasforma in una massa compatta chiamata feltro, nella quale le fibre s’intrecciano così saldamente tra loro che non è più possibile separarle. Le lane sono destinate alla tessitura e alla maglieria. Quelle di migliori qualità sono adatte alla produzione di pettinati, le altre di cardati o di tappeti. Una piccola parte è rivolta alla produzione di feltri per cappelli, di materassi o di materiali isolanti.
Le lane speciali
• Il cashmere è la fibra prodotta da una capra che vive sulle montagne dell’Himalaya e del Tibet e sugli altopiani della Mongolia. Il vello, costituito di peli lunghi e ruvidi, si completa d’inverno con un manto di lanugine corta e soffice che, raccolta con un pettine in primavera, costituisce la fibra tessile.
• Il mohair è la fibra prodotta dalla capra d’angora originaria della Turchia, oggi allevata anche negli Stati Uniti e in Sud Africa. Ha caratteristiche simili a quelle della lana; i tessuti più fini sono fatti con la lana dei capretti.
• Il cammello ha un manto setoloso, lungo e folto, e un sottopelo più morbido e lanoso, che in primavera cade e viene raccolto; questa fibra, nel suo colore naturale, viene comunemente utilizzata nel settore dell’abbigliamento.
• La vigogna appartiene alla famiglia dei camelidi e vive sugli altopiani delle Ande. L’animale è ricoperto di un lungo vello, completato da un soffice sottopelo molto, che fornisce una fibra molto fine.
• L’alpaca, un camelide, viene allevato in greggi sugli altopiani delle Ande, sia per le carni sia per la lana. La tosatura viene fatta ogni due anni e il vello è simile a quello del mohair.
• Il lama, un altro camelide delle Ande produce una lana molto lucida, calda, più grossolana di quella dell’alpaca.


