I legnami si distinguono per le diverse proprietà fisiche, meccaniche e tecnologiche: vediamo quelle più importanti.
La massa volumica: comunemente misurata in kg/dm3, varia a seconda del tipo di legno e del grado di umidità.
Il disegno: dipende dal colore, dalla tessitura (cioè dalla grandezza delle cellule che costituiscono i tessuti), dalla venatura, causata dall’alternanza delle zone di accrescimento primaverili e autunnali, e dai nodi, che derivano dall’intersezione dei rami nel tronco. I nodi diminuiscono la resistenza dei legnami e rendono più difficile la lavorazione.
Gli artigiani, talvolta, sfruttano il disegno per ottenere effetti decorativi.
La durezza, in base alla quale i legnami si classificano in duri o forti (ad esempio: rovere, noce, olmo) e dolci o teneri (ad esempio: abete, betulla, pioppo).
La resistenza alle diverse sollecitazioni (trazione, compressione, flessione).
La flessibilità, maggiore se il legno è verde o bagnato.
Il legno è sempre soggetto ad un ritiro o contrazione per perdita di umidità, ad una dilatazione per assorbimento di umidità;
Neve, vento e gelo possono causare difetti alla forma e alla costituzione del fusto.
Altri difetti sono dovuti alla cipollatura (quando si ha un distacco tra due anelli annuali) o a nodi marci o cadenti.
Anche gli organismi viventi, come funghi, batteri e insetti, possono alterare la composizione del legno fino a farlo marcire, o scavare gallerie per depositarvi le larve e per procurarsi il nutrimento.


